Sconfinamenti nasce con l’intento di fare Poesia partendo dalla manipolazione degli oggetti. L’idea è di creare situazioni poetiche mettendo in secondo piano i versi. In alcuni primi lavori il testo poetico era assente, ma successivamente è rientrato a farne parte a pieno titolo. La Poesia rimane così l’elemento trasformativo degli oggetti usati volta per volta, anzi, è proprio essa la causa di questa mutazione onirica. Il concetto viene qui allargato, visto come un flusso di sensazioni, uno stato d’animo, un apice emotivo e uno slancio verso l’aspetto più nobile e meraviglioso dell’essere umano, quindi non viene fatto derivare semplicemente dal linguaggio verbale.

Con questo progetto propongo una serie di lavori attraverso i quali cerco di sviscerare ed estrapolare il valore poetico di peculiari oggetti, dimostrando così il potenziale comunicativo che possono trasmettere anche al di fuori di quello che si credeva.

Oggetti come pretesti per creare poesia. Ma la poesia è già negli oggetti. Basta vederla.

 

1′ tassello

Infantilismi

Alberi (ma non solo) e hula hoop. Gli hula hoop rimandano direttamente alla stagione dell’infanzia, alle decorazioni natalizie e del paesaggio urbano, pertanto, inizialmente, ho creato alberi di Infantilismi nel periodo natalizio. Gli alberi di Natale della Poesia errante. Un’altra curiosa occasione per Infantilismi è stata l’esposizione Dentro il Carrión  a Venezia. In questo caso gli Hula hoop hanno rappresentato gli ingranaggi della galleria. In un secondo momento la poesia ha iniziato a fare la sua comparsa, precisamente dall’evento “La Poesia è un cerchio che si chiude“. Questa modifica mi ha portato a pensare gli hula hoop come a degli oblò sul tempo. Dentro a questi oblò fluttuanti testi poetici a tema infanzia. Di questa evoluzione ne parlo più avanti al 5′ tassello.

Infantilismi, Padova 2017

 

2′ tassello

Smart poetry

Smart poetry rappresenta la capacità della poesia di trasformare le cose in sogni. In questo caso, la trasformazione rimanda al mondo colorato dei dolciumi infantili. Smart rimanda agli Smarties, quei piccoli dolci con cui molti di noi si sono ingozzati da piccoli. Ecco, quindi, dei rivestimenti ‘’smart’’ fatti con puntine colorate (che ricordano gli Smarties) alla cui base sta una poesia. Perché la poesia crea, sostiene e trasforma le cose in mondi sognanti. Il mondo sognante di Smart poetry.

Un intervento solare e divertente che nasconde, però, una fase dolorosa della mia vita adolescenziale.

Questo lavoro nasce da un episodio piuttosto traumatico della mia prima adolescenza. Per un anno e mezzo ho frequentato l’Enaip di Rovigo e poi mi sono ritirato dagli studi all’età di 15 anni. In quel periodo successe un episodio piuttosto bizzarro. Sostanzialemente, durante un’ora di laboratorio avevo preparato una puntina rovesciata sullo sgabello di un mio compagno di classe, ma sfortuna ha voluto che si sedette il professore. Alla fine dovetti prendermi la responsabilità e venni sospeso un giorno da scuola. Ma questa non è la parte grave, o almeno lo è solo in parte. Circa una settimana dopo il professore morì per morte naturale (o forse infarto) e iniziai a farmi delle paranoie sulle responsabilità che potessi avere avuto nel decesso. Ad alimentare tutto questo furono anche alcuni compagni bulli che mettevano il dito nella piaga. Insomma, le paranoie e i sensi di colpa mi attorniarono per diverso tempo. Inoltre, quella fase della vita era accompagnata dalla grave malattia di mia sorella che l’avrebbe portata alla morte di lì a poco. Ma questa è un’altra storia, anche se a suo modo rievoca pure questo evento.

Smart poetry nasce dall’idea di rivestire interamente gli oggetti, un po’ come facevano Christo e Jeanne-Claude con i loro teli, si avvicina alla pratica ossessiva e alla resa estetica di molti lavori di Yayoi Kusama e anche alla ripetizione usata spesso nei lavori di Sol Lewitt. Cambiano gli strumenti espressivi, ma l’idea dell’impacchettamento e della ripetizione è sottostante a molte di queste opere. Praticamente un impuntinamento.

Più puntine per tutt*. Più poesia per tutt*.

La prima Panca Smart, Bologna 2016

 

Uova Smart, 2021

 

Questa di seguito è una decliazione Smart facente parte di un filone che porta il nome di “Cupido colpisce ancora“. Qui le puntine sono incollate a rovescio e con la loro distribuzione descrivono motti amorosi.

L’amore rappresentato come un qualcosa di bello e colorato, ma al contempo di pungente e pericoloso.

Colpo di fulmine, 2016

 

3′ tassello

Ci vuole Profondità

La Poesia errante diventa un cantiere aperto che rimanda alla profondità come una necessità odierna basilare. I coni esposti in verticale richiamano l’effetto di profondità poetica che si sviluppa attorno ad essi. Dalle pareti del Palazzo Diamanti di Ferrara alle sperimentazioni erranti dello Stendiversomio.

Ci vuole profondità, Trento 2017

 

Ci vuole profondità, Bologna 2017

 

4′ tassello

Sconfinamenti filanti

Questo tassello è una specie di derivazioni di Smart poetry, solo che in questo caso vengono coinvolti altri materiali giocosi e carnevaleschi. In particolare le stelle filanti e i coriandoli.

Tagliere filante, Collezione privata

 

La Padella filante, Bologna 2022

 

Il Paese della MaReaviglie, Bologna 2016

 

5′ tassello

La Poesia è un cerchio che si chiude

Questo tassello è una evoluzione di Infantilismi. Gli hula hoop diventano degli oblò al cui interno viene posizionata una poesia sull’infanzia. La trasformazione è avvenuta dopo l’evento “La poesia è un cerchio che si chiude” del 2018 a Bagnoli di Sopra, durante la fiera di ottobre.

La suggestione poetica muta e innesca nuove dialettiche poetiche.

 

La Poesia è un cerchio che si chiude

è un oblò

sul tempo dell’infanzia.

 

Il fluttuante sguardo

di una ludica memoria

dedita ad osservare

la mondanità.

 

Un presente che oscilla

avanti e indietro

nel nostro ieri.”

 

La Poesia è un cerchio che si chiude, Bologna 2022

 

 

6′ tassello

Prossimamente…

 

 

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#stendiversomio #poesiaerrante #sconfinamenti

Ma Rea

 

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